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Il volume ricostruisce le vicende dell'Alto commissariato per l'igiene e la sanità pubblica, nato nel luglio 1945, in sostituzione della vecchia Direzione generale della sanità pubblica del Ministero dell'Interno, e rimasto attivo in Italia sino al 1958 quando venne creato il Ministero della Sanità. La ricerca, condotta prendendo in esame, fra gli altri, l'omonimo fondo conservato presso l'Archivio centrale dello Stato, analizza il ruolo occupato dall'Acis all'interno dell'apparato burocratico e amministrativo, evidenziandone i limiti e i difetti, nonché il più generale grado di provvisorietà e di incertezza legislativa che lo poneva su un piano differente rispetto a un vero Ministero. Dell'istituzione, a cui la legge affidava compiti di coordinamento e di vigilanza tecnica sugli enti sanitari presenti in Italia, viene così posto in risalto l'organizzazione interna, il numero degli uffici, con il relativo personale dipendente, i bilanci annuali e la distribuzione delle risorse fra le varie voci degli stessi. Importante è anche il tema del rapporto, spesso complicato, tra l'Amministrazione sanitaria centrale e quei Ministeri titolari di funzioni igienico-sanitarie, a ulteriore dimostrazione della confusione e della disorganicità che regnava nel settore. Sul piano dell'attività pratica un'attenzione particolare è dedicata al problema delle malattie sociali, a partire dal fenomeno della tubercolosi, che rappresentò, senza dubbio, la sfida più difficile affrontata dall'Alto commissariato.